Lo sport è probabilmente il modo più semplice e naturale per raggiungere una sorta di armonia con la natura: il movimento è la chiave che consente di aprire la porta che conduce al benessere. Ma se nello sport, così come nei processi produttivi, si cerca una via che consenta di ottenere dei benefici per la salute e, al tempo stesso, si desidera minimizzare l’impatto ambientale, ecco che nella scelta di una disciplina diventa obbligatorio abbracciare un’attività che consenta di esercitare per la maggior parte dell’anno uno sport all’aria aperta.
Ecco che allora, nell’ambito di una filosofia che sia completamente volta al benessere, diventano imprescindibili quegli sport che sono del tutto “naturali”, cioè praticati il più possibile “outdoor” indipendentemente dalla stagione.
Curiosamente queste discipline guardano indietro nel tempo, ripercorrendo la strada delle Olimpiadi Antiche, in cui ogni impresa si compiva sotto un tetto di nuvole. In quest’ottica la corsa è probabilmente la madre d’ogni disciplina naturale: praticabile con ogni temperatura e condizione climatica, a prescindere da fenomeni di particolare intensità o rigidità, dal momento che necessita del minimo indispensabile dell’equipaggiamento sportivo. Quest’ultimo aspetto proietta la corsa ancor di più nell’olimpo delle discipline a impatto zero, svincolandola da processi produttivi necessari a produrre particolari attrezzature.
Se si considera poi che la corsa (o l’atletica leggera) è alla base di tutti gli sport, si può dire che la sua grande riscoperta è davvero una svolta importante nella decisione di abbracciare una pratica sportiva non impattante sull’ambiente.
Ogni altro sport che consideriamo naturale – canottaggio, ciclismo o nuoto – non sarà mai comunque ad impatto zero quanto la semplicità dello straordinario movimento creato dalle nostre gambe, che mette in azione ogni muscolo del nostro corpo.
Perciò ad ogni quesito che cerchi di identificare la disciplina sportiva perfetta per motivi di totale benessere, è necessario rispondere con sottile ironia: “Correre!”.
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