

Francesco Ferrante, vicepresidente del Kyoto Club, ci racconta i risultati della recente Cop21, incentrata sulla lotta al cambiamento climatico. Vincono le energie rinnovabili
A Parigi si è raggiunto un risultato storico, ma cosa prevede? Per comprendere meglio in cosa consiste l’accordo della conferenza Cop21, incentrata sul cambiamento climatico, abbiamo intervistato il vicepresidente del Kyoto Club Francesco Ferrante.
Dopo alcuni giorni trascorsi nella capitale francese, dove tutto sta lentamente tornando alla normalità in seguito agli attacchi terroristici, Ferrante ci descrive la parola d’ordine che è emersa dal confronto tra i rappresentati dei 195 paesi convenuti: decarbonizzazione. Per chi come noi crede nelle energie rinnovabili, questa è sicuramente una buona notizia.
Possiamo ritenerci soddisfatti, dopo gli accordi di Parigi? L’obiettivo condiviso è fermare il riscaldamento globale ben al disotto dei 2 gradi e possibilmente rimanere entro 1,5…
Io do un giudizio positivo degli esiti della conferenza. Tutti i Paesi del mondo hanno convenuto sul fatto che il futuro non è dei combustibili fossili e che bisogna invece puntare su energie rinnovabili e su un uso efficiente delle risorse. Questo accordo sul cambiamento climatico è stato voluto non soltanto dai movimenti ambientalisti, ma da pezzi interi dell’economia reale. A remare contro l’accordo, solo la lobby fossile: ma è stata sconfitta.
Quali paesi hanno giocato un ruolo determinante nel dibattito?
Senz’altro gli Stati Uniti di Obama, che si sono schierati per la prima volta in maniera esplicita con l’Europa e i paesi più poveri e minacciati dal cambiamento climatico. Ma anche la Cina non si è più messa di traverso e ha accettato che in futuro non potrà più essere considerata come un Paese “vittima” e povero, ma che anzi dovrà contribuire anche finanziariamente.
Ma siamo sicuri che tutti i Paesi si impegneranno come promesso? Il modello “Cop” non prevede sanzioni per chi va contro le regole…
Tutti noi vorremmo che fosse possibile prevedere accordi stringenti, vincolanti e sanzionabili. Ma non esiste possibilità di “governo” del mondo che non passi dal consenso. La conferenza di Parigi ha dimostrato – al contrario di ciò che dicono i pessimisti – che è possibile arrivare a buon accordo anche con questo sistema. D’altra parte… non ne abbiamo un altro disponibile.
E ora, cosa succederà? Terminato il confronto istituzionale, pare che la palla passi ai cittadini…
Adesso bisogna pretendere che quegli strumenti ancora troppo vaghi divengano più efficaci. A partire dagli impegni di noi europei che dobbiamo fare di più. E in Italia dobbiamo convincere le nostre classi dirigenti e il Governo che la strada è tracciata e che ci sono tante imprese già pronte. Servono politiche più radicali ed efficaci.
I cittadini italiani sembrano essere già pronti per la sfida di fermare il cambiamento climatico.
Certamente. Io penso che i cittadini italiani siano consapevoli tanto quelli di paesi che di solito consideriamo più “avanzati”. Ogni qual volta si è data la possibilità a i cittadini di fare qualcosa la risposta è stata positiva. Faccio due esempi. I rifiuti: quando le amministrazioni mettono in campo sistemi di raccolta differenziata efficaci la risposta dei cittadini è degna delle migliori performaces europee. È così in Veneto ma anche in molte realtà del sud (si pensi a Salerno dove la raccolta differenziata è oltre il 70%). E Milano è la migliore tra tutte le metropoli europee. E poi le rinnovabili: sono 500.000 le famiglie italiane che hanno scelto di avere un tetto fotovoltaico sopra la testa.
La lotta al cambiamento climatico, d’altra parte, passa anche dalle abitudini alimentari.
Certo. Per fare un esempio, noi oggi mangiamo ancora troppa carne. Gli allevamenti intensivi necessari a soddisfare questo eccesso di domanda sono causa diretta e indiretta di emissioni di gas di serra che dovremmo e potremmo risparmiarci, cambiando e migliorando la nostra dieta.
E le aziende italiane? Per noi di Sgambaro, come lei sa, la decarbonizzazione è già una realtà. Per produrre la pasta utilizziamo esclusivamente energia pulita proveniente da centrali idroelettriche….
Chi, come voi, ha scommesso per tempo sulla green economy, già oggi si trova in una posizione di vantaggio rispetto alla concorrenza. Ha tracciato un strada ed esercita una leadership di cui si può essere orgogliosi.
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