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Mangiare è un’azione talmente naturale che a volte (o troppo spesso), non pensiamo a ciò che mangiamo. Non ci pensiamo, nel senso che non prestiamo attenzione a come quel cibo agisce sul nostro organismo, da dove proviene, quali peripezie ha affrontato per attraversare la storia e raggiungere il nostro tempo, quali politiche ne regolano la produzione o qual è il suo impatto sull’ambiente.
In un momento storico in cui non possiamo permetterci di mangiare senza consapevolezza – pare che alla fine di ottobre il mondo abbia raggiunto il punto di non ritorno per il cambiamento climatico, legato alla presenza di CO2 nell’atmosfera -, è giusto essere (in)formati su un argomento come il cibo che, non solo riguarda tutti noi ma per il quale siamo costretti, sempre, a fare delle scelte. Ecco quindi che è doveroso che queste scelte vengano condotte con responsabilità.
Vogliamo consigliare alcune letture davvero interessanti che trattano l’argomento cibo ma che toccano tematiche come agricoltura, politica, economia.
Nella speranza che possano aiutarvi a compiere delle scelte etiche e consapevoli… buona lettura!
Una storia commestibile dell’umanità
Tom Standage
Nel corso dei secoli il cibo ha rappresentato per l’uomo molto più che un semplice mezzo di sostentamento. È stato di volta in volta la causa di cambiamenti epocali (l’agricoltura è di fatto l’invenzione umana che ha permesso la nascita della civiltà moderna), strumento di potere, apripista delle prime reti commerciali globali, collante tra le società, arma ideologica e causa di conflitti. La sua influenza sulla storia mondiale può essere paragonata, scrive Tom Standage, a una “forchetta” invisibile che ha pungolato l’umanità, segnandone e cambiandone talvolta il destino. Un impatto storico e sociale che ancora oggi non smette di far sentire il suo peso. L’osservatorio privilegiato di Tom Standage offre infatti nuove prospettive e nuovi scorci sui nostri tempi, e permette di affrontare con occhio diverso temi attuali e caldissimi come la crisi alimentare, le cause e gli effetti del vertiginoso sviluppo demografico del XX secolo, l’uso delle colture per ottenere biocarburanti, i tanto discussi OGM e la nascita del movimento alimentare locale.
Il dilemma dell’onnivoro
Michael Pollan
Che cosa mangiamo e perché? Sono domande che ci poniamo ogni giorno, convinti che per rispondere basti sfogliare la rubrica di un giornale, o ascoltare per qualche minuto l’ultimo imbonitore nutrizionista ospitato in tv. Ma se quelle domande le si guarda un po’ più da vicino, come fa Michael Pollan in questo documentato e brillantissimo saggio, forse il primo sull’argomento a non prendere nessun partito, se non quello dell’ironia e del buon senso, le risposte appaiono meno scontate. Che legga insieme a noi le strepitose biografie del pollo «biologico» riportate sulla confezione di petti del medesimo, o attraversi le lande grigie e fangose del Midwest, dove milioni di bovini nutriti a mais e antibiotici vivono la loro breve esistenza fra immense pozze di liquame, egli arriva immancabilmente a conclusioni di volta in volta raccapriccianti o paradossali. Il problema, che Pollan descrive con rigore ed estrema chiarezza, è che trovarsi al vertice della catena alimentare – cioè poter mangiare, a differenza delle altre specie, pressoché tutto – offre all’homo sapiens numerosi vantaggi, ma lo espone anche a quasi infinite possibilità di manipolazione. Per condurre una vita meno insana, dunque, l’onnivoro ha bisogno di sapere, sui propri appetiti e sui propri meccanismi adattivi, almeno quanto ne sanno gli strateghi dell’industria alimentare. In altre parole, ha bisogno di un libro come questo.
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