Ingredienti per 4 persone
360 g fettuccine biologiche di farro dicocco Sgambaro Etichetta Bio
300 g topinanbur
2 cipolle rosse medie
Per la crema di tahin
60 g di tahin (crema a base di semi di sesamo tipica della cucina mediorientale)
Il succo di mezzo limone
2 cucchiai di prezzemolo tritato
Olio evo
Sale
Pepe
Procedimento
Affettate le cipolle e saltatele in padella con un filo d’olio extravergine d’oliva e un goccio d’acqua fino a quando non iniziano a diventare lucide. Spazzolate molto bene i topinambur sotto acqua corrente e tagliateli a fettine. Uniteli quindi alle cipolle in padella, salate e pepate a piacere, coprite con un coperchio e lasciate cuocere circa 10 minuti, fino a quando il topinambur si sarà ammorbidito.
Dopo aver buttato la pasta in acqua bollente salata, preparate la crema di tahin: in una ciotola mescolate il tahin con il succo di mezzo limone e il prezzemolo e aggiungete acqua di cottura della pasta quanto basta per ottenere una crema fluida.
Scolate la pasta al dente e saltatela in padella insieme alle verdure.
Unite quindi la crema di tahin e mescolate.
Finite con un filo di olio crudo e buon appetito!
Note sul farro dicocco
Tra le tre varietà del genere Triticum (farro grande o monococcum, farro medio o dicoccum, farro grande o spelta), il dicocco è quella più diffusa in Italia e anche la più produttiva; presenta due cariossidi per spiga – come anche lo spelta – rispetto al monococco che produce un solo chicco per spiga.
A differenza del frumento, il suo chicco dopo la trebbiatura rimane avvolto dal suo involucro e garantisce:
- maggiore presenza di fibre (6,8 g per 100 g), a favore della funzionalità intestinale
- buon apporto di potassio, magnesio, calcio, ferro, vitamina C e B e rilevante quantità di proteine (15 gr per 100 gr), che lo rendono un alimento integrativo estremamente adatto per il post allenamento o per i soggetti tendenzialmente astenici.
Anche se in quantità inferiore rispetto al frumento, contiene glutine, perciò non è adatto ai soggetti celiaci. Per gli intolleranti al glutine invece è favorevole assumere saltuariamente il farro come cereale di integrazione in un piano alimentare di rieducazione intestinale (ovviamente sotto il controllo di un professionista), in alternanza con le fonti di carboidrati che ne sono prive.
Curiosità
La parola “farina” deriva proprio da “farrum”, termine con il quale gli antichi romani chiamavano questo antico cereale, fonte alimentare principale ai tempi dell’Impero. Con la farina si preparava una polenta chiamata puls, molto nutriente e saziante. Cerimonie come la confarreatio – la condivisione di una focaccia di farro tra due novelli sposi come simbolo della futura vita in comune – e la mola salsa – l’offerta di un impasto di farro, acqua sorgente e sale durante le cerimonie di sacrificio o di purificazione – testimoniano la sacra rilevanza di questo cereale ai tempi dell’antica Roma.
Ricetta di Elena Agnoletto, terapeuta e naturopata
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Fotografie di Lucrezia Pegoraro Photography
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