





Rito demodé?
In Italia, il pranzo in famiglia è sempre stato un rito più che un comune consumo di cibo. Un momento di relax e ritrovo, dove ci si siede attorno ad un tavolo per raccontarsi aneddoti, condividere storie e darsi supporto.
La scelta del menù, i fornelli accessi dalle prime ore del mattino, gli odori che invadono le camere, la preparazione della tavola, l’accoglienza dei parenti, lo stare insieme.

Tutte azioni, queste, indispensabili a creare la giusta atmosfera familiare e a riportare le novità.
In questo modo il pranzo assume il ruolo di collante, diventando il momento più importante che unisce tutta la famiglia.
Oggi, però, è in moto un cambiamento di rotta. Sembra che il pranzo non sia più visto come un momento di piacere.
Come viene visto oggi il pranzo in famiglia?
In molti nuclei familiari in cui i nonni (colonne portanti della famiglia) non sono più presenti, il pranzo di famiglia spesso è solo un lontano ricordo. Cosa è successo?
L’avvento della tecnologia, l’importanza primaria del lavoro, il tempo sempre meno a nostro favore hanno fatto sì che le tradizioni venissero man mano messe da parte.
Il pranzo visto come occasione di riunione, di condivisione e piacere, viene percepito come un obbligo a cui adempiere. Non c’è più il tempo di passare un’intera giornata con i parenti: si è stressati, si impiegano le domeniche e i giorni liberi per sbrigare le commissioni trascurate durante la settimana.
È vero anche che nelle occasioni più importanti – come il Natale – l’abitudine è ancora ben radicata ma non è più come un tempo: la tecnologia ha preso il sopravvento mutando la comunicazione. Il dialogo passa per i social: teste basse e condivisione di foto virtuale. Le lunghe chiacchierate pare siano passati in secondo piano.
Ritorno al passato: come non perdere le tradizioni
Nonostante il contesto socio-culturale in cui ci troviamo, c’è un modo per far tornare a vivere le tradizioni, per non far perdere del tutto qualcosa che sentiamo nostro e che, se solo ci pensiamo un attimo, ci spunta un sorriso sul viso.
Ricordare e comunicare.
Pensate alle orecchiette fatte in casa dalla nonna, all’odore del ragù che vi svegliava quando eravate ragazzi, ricordate tutte le risate spontanee fatte per una battuta o per un racconto storico di famiglia.

Mettete a fuoco gli sguardi complici, la preoccupazione che tutti avessero mangiato abbastanza, la condivisione del cibo ma soprattutto la condivisione di un momento così intimo che sfiora la magia.
Bisogna trasmettere ai giovani i valori e le emozioni. Bisogna renderli partecipi e aiutarli a coltivare le tradizioni familiari. Questo perché si sentono sempre più lontani da questa sfera e tendono ad isolarsi nel loro mondo virtuale, che sta diventando più importante delle conversazioni reali interpersonali.
E se noi siamo troppo presi dal lavoro, dai nostri impegni, teniamo a mente che staccare la spina per assaporare un piatto di pasta in buona compagnia fa sempre bene.
Il pranzo non è importante per l’atto in sé ma per ciò che racchiude nel profondo. È un rito familiare, una tradizione che non può e non deve decadere. È un momento di condivisione e di dialogo che oggi si fa sempre più fatica a trovare.
Alla fine, oggi, un cellulare in tavola ci sarà sempre, ma ben venga se utilizzato per una foto ricordo di una splendida domenica in famiglia da mostrare con fierezza.
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