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Scegli tra grano duro italiano e grani antichi!
I consigli della foodblogger per valorizzare al meglio gli ingredienti migliori. E per preparare al meglio la pasta… giocando con la tradizione.
Avete apprezzato le ricette che pubblichiamo sul sito e sui social? Allora leggete questa intervista: abbiamo parlato con la foodblogger Elisa Di Rienzo, che ne ha ideate alcune per valorizzare al meglio la nostra pasta.
Come scegli le ricette da proporre agli affezionati consumatori di Pasta Sgambaro?
Prima di tutto la stagionalità dei prodotti: ritengo che la cucina debba variare durante i diversi mesi dell’anno per adattarsi al meglio alla stagione e questo di permette di poter assaporare piatti più gustosi e, soprattutto, più sani.
Altro aspetto su cui cerco sempre di porre attenzione è la riduzione degli sprechi e anche il recupero degli avanzi, con cui si possono creare ricette veramente creative e originali.
Si parla tanto di metodi di cottura della pasta sostenibili, che permettono di risparmiare acqua ed energia. Tu cosa ne pensi? Qual è secondo te la resa in cucina
Verissimo, se ne parla molto. Io sono assolutamente favorevole alla ricerca sui metodi di cottura alternativi ecosostenibili della pasta, che tra l’altro sto sperimentando, però ritengo che il risultato debba essere ottimale. Trovo ad esempio che la cottura passiva, ovvero quella che prevede la cottura per un paio di minuti sul fuoco, per poi terminarla a fornelli spenti, dia un risultato molto interessante.
Sei architetto e hai deciso di dedicarti alla cucina e di diventare food blogger. Una domanda è d’obbligo: quanto è importante la creatività a tavola e il modo in cui presentiamo il nostro piatto?
Il mio essere architetto mi influenza soprattutto nell’attenzione che pongo (o che cerco di porre!) nell’impiattamento, ma anche nell’allestimento della tavola: organizzare lo spazio, la scelta della mise en place, i colori… tutto per me deve dialogare in grande armonia. Sono assolutamente convinta che l’occhio vuole la sua parte!
Il tuo stile si nota anche quando progetti… la tavola. Puoi darci qualche consiglio per una presentazione originale dei piatti?
Alcuni da tenere sempre in considerazione sono, ad esempio, la scelta del piatto: il mio consiglio è di privilegiare un unico colore, meglio ancora se bianco, in modo da mettere in risalto la pietanza.
Se se utilizza un piatto rotondo, il cibo dev’essere ben disposto al centro, mentre in un piatto quadrato o rettangolare si possono sfruttare le diagonali. Non si deve mai riempirlo troppo e cercare, piuttosto, di alternare i pieni e vuoti.
C’è qualche ingrediente curioso che ci consiglieresti di aggiungere alle tradizionali ricette, per stupire gli amici?
Anche nelle ricette più tradizionali a me piace aggiungere, sempre, un tocco per creare un abbinamento insolito. Può essere dato da una spezia, da un’erba aromatica, o semplicemente, da una scorzetta di agrume, che donano al piatto quel qualcosa di inaspettato che stupisce!
Come è nata questa passione per il food?
Credo che sia nata con me, ereditata da mamma e papà che hanno sempre cucinare con passione e, sicuramente, dalla mia nonna paterna, pugliese, instancabile e bravissima in cucina, nella sua semplicità e genuinità. Fu lei che mi regalò la mia prima batteria di pentole quando avevo soli 12 anni: nel biglietto c’era scritto “Un giorno apprezzerai!”
Sei legata alla cucina veneta?
Sono sempre stata incuriosita dalle ricette della tradizione, non solo della mia regione ma di tutta Italia, che è una fonte inesauribile di sapori e stimoli. Come sono, per me, tutte da scoprire le cucine del mondo. Un Paese, una cultura, un popolo si conoscono anche attraverso il loro il cibo, i loro sapori, i loro profumi e, quindi, trovo importante, in ogni mio viaggio, assaggiare sempre quelli che sono i piatti tipici, ma anche cercare di mangiare seguendo le loro abitudini, i loro rituali.
Devo dire che da quando ho aperto il mio blog, Il fior di cappero, ho avuto uno nuovo stimolo per andare alla ricerca di ricette più antiche, scovare la storia dei piatti della tradizione della mia regione, e sperimentare nuovi piatti del mondo.
Come dicevo, nella mia cucina uso moltissimo le spezie, ma in realtà sono ingredienti molto presenti tradizionalmente nelle ricette venete, che riflettono le antiche tradizioni marinare della Repubblica Veneziana.
Si crede erroneamente che la pasta integrale sia adatta alle diete. Pensi che possa sposarsi bene con le tue ricette? Tu, che rapporto hai con la pasta integrale?
Si, è vero, la pasta integrale è ritenuta ancora un alimento “da dieta”, ma io credo che, come tantissimi altri prodotti “non-raffinati”, debba essere presa molto più in considerazione nel nostro regime alimentare quotidiano.
La pasta integrale è una parente strettissima della pasta “tradizionale” che siamo abituati tutti a mangiare, ma ha molti più benefici: è ricca di fibre benefiche per il nostro intestino, e che danno un senso di sazietà, utile per chi vuole anche dimagrire, ha un basso indice glicemico, permettendo così un controllo sui picchi di insulina, a cui tutti dovrebbe stare più attenti, e più proteine.
Io la mangio regolarmente, non solo per i suoi benefici, ma anche perché, scegliendo prodotti di alta qualità, paste biologiche di grani speciali, la trovo molto buona e si sposa benissimo con qualsiasi tipo di condimento, in particolare con le verdure e pesce.
Credi che la pasta di farro si presti per alcune ricette in particolare?
La pasta di farro ha un sapore spiccato di grano e io trovo che venga esaltato molto in abbinamento con i latticini, come ho, infatti, proposto in una ricetta con le fettuccine al farro Sgambaro.
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