La scarsità d’acqua non è più solo un’emergenza stringente dei paesi in via di sviluppo: i rapidi cambiamenti climatici creano necessità improvvise, alle quali non possono evidentemente rispondere – se non con effetti disastrosi – le frequenti forti precipitazioni in brevissimo tempo.
La siccità e “le bombe d’acqua” sono due fenomeni correlati a ciò che chiamiamo riscaldamento globale ed è evidente come questo sia un problema molto più complesso da risolvere e che la scarsità d’acqua ne sia solo una – ma importantissima – conseguenza.
In attesa che a livello internazionale siano fissate le regole necessarie a invertire la tendenza all’aumento della temperatura, è evidente come sia da subito indispensabile attenuarne le conseguenze.
Anche questo tema è ormai di diretto appannaggio d’una branca dell’economia che incrementa di giorno in giorno la sua importanza: la “green economy“.
E’ sufficiente aprire le pagine d’un quotidiano per scoprire quali siano i consigli, le proposte e persino i progetti di più ampio respiro che concernono i nuovi approvvigionamenti dell’ “oro senza colore”, ma tutto – se ci soffermiamo sull’immediatamente contingente – si restringe a questioni molto semplici.
La razionalizzazione nell’uso domestico e la riduzione delle perdite nel sistema idrico sono certamente temi importanti, e, al contempo, s’assiste a un’accelerazione degli studi che riguardano il riciclo dell’acqua reflua, così come accade – per esempio – nel riciclaggio dei rifiuti organici.
Certamente, però, di fronte a una più spiccata attenzione della scienza su questi temi, appare sempre più evidente come i comportamenti quotidiani possano contenere piccolissimi rimedi a problemi enormi.
Interrompere, per esempio, il ticchettio d’una goccia d’acqua che esce ritmicamente da un rubinetto è un gesto semplice, che implica un salutare uso d’alcuni muscoli, ma se moltiplicato per milioni di persone diventa un fattore di grandissima importanza nella “green economy”, che, oggi come non mai, potremmo anche chiamare “economia a misura d’uomo“.
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